Biblioteca di Archeologia e Storia dell'Arte
La Biblioteca di archeologia e storia dell’arte (BiASA) è una istituzione relativamente recente nel panorama delle biblioteche pubbliche italiane. Le sue origini si legano alla fondazione nel 1922 dell’Istituto di Archeologia e Storia dell’Arte, dovuta all’iniziativa di Corrado Ricci. In quella occasione venne infatti trasferita nella sede di Palazzo Venezia la Biblioteca della Direzione delle Antichità e Belle Arti, che già negli anni 1915-16 era stata integrata con fondi provenienti da raccolte private. Questo nucleo costitutivo, che complessivamente comprendeva circa 30.000 opere, a partire dal 1922 è stato incrementato da una cospicua serie di donazioni e lasciti, oltre che attraverso una politica mirata degli acquisti. L’incremento delle raccolte ha imposto nel corso degli anni un progressivo ampliamento della sede, culminato con l’apertura nel 1989 di una sezione distaccata presso la Crociera del Collegio Romano. Parallelamente i compiti e le finalità della Biblioteca, che inizialmente coincidevano con quelli dell’Istituto, si sono sviluppati in modo autonomo e peculiare: soprattutto negli ultimi decenni, la Biblioteca ha accentuato il suo carattere di servizio di documentazione rivolto non solo agli specialisti ma anche agli studenti universitari e a quanti abbiano l’esigenza di acquisire informazioni nel campo dell’archeologia e della storia dell’arte. Questa nuova connotazione assunta dalla Biblioteca è stata formalizzata nel 1967 con il suo inserimento tra le biblioteche pubbliche statali e successivamente nel 1995, quando la precedente denominazione di Biblioteca dell’Istituto Nazionale di Archeologia e Storia dell’Arte è stata sostituita con quella attuale.