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Biblioteca Palatina

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La Biblioteca Palatina (già Reale Biblioteca Parmense, Biblioteca Nazionale, Bibliothèque Imperiale, Bibliothèque de la Ville de Parme, Biblioteca Ducale, Biblioteca Nazionale) deve la sua fondazione (sec. XVIII) alla munificenza dei duchi Filippo e Ferdinando di Borbone, alla volontà politica del ministro riformista Guillaume-Lèon Du Tillot e alla illuminata opera del bibliotecario Paolo Maria Paciaudi, religioso teatino di origine piemontese. Con sede, fin dall'origine, nel palazzo della Pilotta, la Biblioteca Palatina gode del diritto di stampa dal 1768 e, prima in Italia, ha adottato il catalogo per autori a schede mobili. Arredata con lignee scaffalature disegnate da E. A. Petitot; fornita di materiale bibliografico pregevole, suddiviso per materia in sei classi principali (teologia, nomologia, filosofia, istoria, filologia, arti liberali), la Biblioteca Palatina era inaugurata nel maggio del 1769. Oltre al Paciaudi, i bibliotecari che maggiormente hanno inciso sulla sua vita sono stati: Ireneo Affò (1785-1797); Angelo Pezzana (1804-1862); Federico Odorici (1862-1876); Edoardo Alvisi (1893-1915); Pietro Zorzanello (1927-1935); Giovanni Masi (1935-1952) e Angelo Ciavarella (1957-1973). Se l'impostazione biblioteconomica della Palatina si deve al Paciaudi, l'acquisizione di raccolte di eccezionale valore culturale, bibliografico, artistico è soprattutto opera di Angelo Pezzana sotto la cui direzione fu eretto il Salone di lettura "Maria Luigia". Dall'Unità d'Italia è una Biblioteca statale, cui è annessa la Sezione musicale e il Museo bodoniano.
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