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Redazione

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Catena del freddo

La catena del freddo è “l’iter” che una certa tipologia di prodotti (surgelati) deve subire per giungere integra alla sua destinazione finale senza subire irrimediabilmente variazioni qualitative. Prevede e garantisce di mantenere e conservare il livello del freddo lungo tutte le fasi del processo distributivo dal trasporto all’immagazzinamento, nonché all’allocazione presso i punti di vendita o presso le strutture cui il prodotto è destinato fino al momento del consumo. La temperatura cui i l prodotto deve essere mantenuto non dovrebbe superare i –20 gradi centigradi.
In tale catena rientrano tutti i prodotti soggetti a refrigerazione con temperatura prestabilita (prodotti zootecnici e agricoli). Si parla a proposito di catena del fresco.

Carta di controllo

È una tipica tecnica di controllo qualità che permette di identificare se la dispersione dei dati raccolti relativamente ad un dato fenomeno è:

  • sporadica (o casuale) e quindi non ha più senso indagare su cause specifiche
  • cronica (ossia in corrispondenza di eventi fuori controllo) e quindi è collegata a cause specifiche ( e ben precise) che occorre individuare ed eliminare
La tecnica in oggetto illustra le modalità di costruzione delle carte di controllo e quella della loro interpretazione.

Carry over del prodotto

È una tattica inerente allo sviluppo di un nuovo prodotto. La scelta tattica consiste nel limitare il più possibile i cambiamenti riguardanti i componenti che influiscono di meno sull’immagine del prodotto, focalizzando invece l’attenzione sui componenti più attrattivi (più affidabili) sul piano della difettosità, e meno costosi. In genere questo approccio è combinato con una riduzione del ciclo di vita del prodotto.

Carichi di lavoro

Numero di ore lavorative affidate a ciascuna macchina o gruppo di macchine, all’interno di una struttura produttiva.
La determinazione del carico di lavoro è necessaria in vista del confronto con la capacità produttiva potenziale delle macchine.

Caratteristiche produttive

Sono le modalità di essere, funzionali e di prestazione, di un sistema allo scopo di differenziarlo da altre tipologie.
Le caratteristiche produttive di un sistema possono essere determinate per mezzo dell’analisi funzionale. In questo caso coincidono con le funzioni terminali dell’albero funzionale.
Le caratteristiche si distinguono e classificano in due categorie: caratteristiche-attributi quando vengono espresse unicamente per mezzo di un giudizio di merito; caratteristiche-variabili quando vengono espresse per mezzo di misure che assumano valori discreti in un campo continuo. Le caratteristiche di produzione si suddividono ancora in critiche (fondamentali), importanti e secondarie.

Capacità produttiva

Quantità massima di prodotto che può essere ottenuta da una impresa o altra organizzazione, considerati i fattori di produzione che possono essere utilizzati e le condizioni ambientali (vincoli) che possono ridimensionare o impedire il raggiungimento di tale obiettivo.
La capacità produttiva non può essere aumentata per ottenere un solo prodotto in più. Per ottenere un aumento di capacità produttiva occorre introdurre almeno una macchina in più, oppure introdurre un nuovo impianto che presuppone poi l’implementazione di una o più macchine.
Per questo si dice che la capacità produttiva come i costi fissi da cui derivano, aumentano a scatti. Solo nell’ambito di ciascun scatto viene situato il problema del break-even point. I problemi relativi alla capacità produttiva vengono risolti dal CRP nell’ambito del MRP II.

Capacità di processo (capability)

Attitudine potenziale di un processo a realizzare un output nel rispetto di una determinata tolleranza. Si misura attraverso un indicatore chiamato “capability index”, indice che misura la possibilità che un processo possiede di realizzare un risultato coerente con determinate prescrizioni.
È il quoziente tra la tolleranza di progetto relativa al parametro dell’output e la tolleranza naturale del processo nella realizzazione di tale parametro (standard).
La capability è soddisfacente quando il suo indice è uguale o superiore a 1,3; nel caso che tale indice oscilli tra 1 e 1,3 vi è rischio di realizzare prodotti non conformi, e tale rischio è tanto più elevato quanto più l’indice è prossimo all’unità (da 1,3 a 1); nel caso in cui l’indice sia inferiore all’unità vi è la certezza assoluta che il processo genererà inevitabilmente prodotti non conformi.

Campione statistico

Insieme di elementi considerato come rappresentativo dell’universo di elementi, da cui il gruppo estratto viene prelevato per essere osservato.
Il campione fornisce e riflette un’immagine ridotta, ma fedele della popolazione (universo).
La scelta del campione all’interno di una popolazione è detta campionamento. Il campionamento è la tecnica statistica di estrazione di un numero limitato e definito di elementi che fanno parte di un insieme chiamato universo. Tale numero limitato di elementi, costituente il campione, deve essere rappresentativo dell’intero universo.
A questo scopo, nel campionamento devono essere osservati rigorosi criteri di casualità e di rappresentatività, impiegando specifiche metodologie statistiche di estrazione.
La tecnica, in un esame di primo livello, ha lo scopo di fornire una conoscenza statistica della natura dell’universo investigato. Esistono diverse modalità di campionamento, tra le quali le più frequentemente impiegate sono:

  • campionamento casuale semplice che utilizza come campione l’intero universo
  • campionamento stratificato: l’universo viene previamente suddiviso in porzioni ottenute stratificandolo: dai vari strati si prelevano alcuni elementi; questa tecnica permette di operare con piccoli campioni assicurando un’elevata rappresentatività
  • campionamento a grappolo: l’universo viene previamente suddiviso in porzioni di uguale natura: quindi con criteri di casualità, alcune di queste porzioni vengono scelte per costituire un nuovo universo dal quale estrarre i campioni rappresentativi. (si cerca un campione più piccolo da un campione meno ridotto isolato in precedenza)

Un esempio di applicazione in campo aziendale delle tecniche statistiche è rappresentato dal cosiddetto “controllo statistico della qualità” (statistical quality control) mediante il quale è possibile controllare la qualità e l’affidabilità di materie prime/prodotti ed eseguire un controllo tecnico delle attività produttive, allo scopo di garantire che la qualità del prodotto finito sia conforme e all’altezza di determinati standard prestabiliti. Esiste una varietà di metodi usati a tale scopo. Il controllo statistico di processo costituisce un altro caso di utilizzo della tecnica statistica campionaria.

Cambiamento

Una delle principali componenti del vantaggio competitivo risiede non solo nella capacità di reazione ai cambiamenti del contesto competitivo e ambientale, ma anche nella costante progettazione del cambiamento poggiante sulla innovazione permanente da parte dell’impresa. Tali cambiamenti incontrano spesso ostacoli significativi a motivo della abitudini consolidate (fissità funzionali) e più in generale a causa del sistema di valori culturali radicati. Le resistenze al cambiamento pongono il problema di mobilitare le risorse umane sul piano motivazionale.
Di fronte al cambiamento gli operatori assumono diversi atteggiamenti: costruttivo, distruttivo, agnostico (indifferente). Pertanto occorre in primo luogo raccogliere le adesioni degli interlocutori attorno alla bontà delle proposte di cambiamento.
I leader del cambiamento dovranno saper gestire lo “stress” proprio e altrui derivante dal clima di incertezza e imprevedibilità che caratterizza la gestione del cambiamento.
I processi di cambiamento (gestione del cambiamento) sono strategici, organizzativi e operativi. Sul piano della frequenza e della intensità del cambiamento è possibile individuare due differenti casi: cambiamenti incrementali e cambiamenti radicali.

CAM - I

La sigla CAM – I è l’abbreviazione di computer aided manufacturing international; si tratta di un consorzio di ricerca statunitense. Il gruppo di lavoro è stato costituito nel 1985 con la partecipazione di circa quaranta grandi imprese americane ed europee più otto grandi società di consulenza accreditate a livello mondiale. Gli associati menzionati lavorano in collaborazione con il dipartimento della difesa americano, il Pentagono. Tra i partecipanti vi sono anche gli studiosi della Harward Business School che si sono specializzati nell’applicazione del metodo ABC di calcolo del costo di prodotto. L’obiettivo originale è stato quello di trovare un meccanismo contabile basato sulle attività per calcolare il costo delle grandi commesse pubbliche commissionate dal governo americano a gruppi di imprese private allo scopo di poter formulare un prezzo congruo. Successivamente CAM – I ha proseguito i suoi lavori come momento di confronto di idee e di elaborazioni costruttive e innovative nell’ambito degli strumenti di contabilità direzionale e di controllo della gestione.
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