Il vuoto
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Il vuoto
un racconto di Chiara Cancellario
..non seppe mai dire che sensazione la prese
Sentì il suo corpo svanire, le braccia eran ali rapprese..
(F.Guccini)
Gli alberi a stento facevano vedere il cielo, intrecciati e folti, e per terra un cuscino di foglie morte morbido, dove i piedi affondavano dolcemente. Camminavo seguendo la strada tracciata da qualche animale da poco, quel sentiero mi avrebbe portato in cima, a vedere il sole, e quella vetta appuntita, il passo di montagna aperto da due rocce imponenti. Io continuavo a camminare, cercando di concentrarmi sul rumore del vento, che stava portando delle grosse nuvole cariche di pioggia. Mi dovevo muovere, perché altrimenti non ce l’avrei fatta a scendere a valle. Avevo scelto quel percorso, che mi avrebbe impegnato per qualche ora, perchè era il più difficile. Una vecchia rivista di escursionismo lo faceva apparire quasi magico, con delle fotografie di grosse radici di alberi annodate fuori dal terreno e quelle rocce coperte di muschio che, con un gioco di ombre, sembrava fossero anziani volti di pietra.