La politica e internet
- Scritto da Redazione
- dimensione font riduci dimensione font aumenta la dimensione del font
- Stampa
In molti pensano che la politica sia troppo distante da internet, almeno per quanto riguarda l'italia. Sicuramente l'età media dei nostri parlamentari che contano non aiuta ad avere fiducia in una moderna visione dei nuovi strumenti di comunicazione da parte delle istituzioni eppure credo che ci sia una sottovalutazione.
Noi che viviamo di internet e che ne cosciamo i meccanismi tendiamo troppo spesso a essere presuntuosi, come se per arrivare a questa conoscenza ci fosse un percorso lungo e difficile.
La notizia è che il Quirinale ha aperto un canale su youtube; questo non significa che il presidente Napolitano passi le giornate sul web ma che nel suo staff c'è gente che ha le competenze necessarie a capire di cosa stiamo parlando, non a caso i commenti sono bloccati.
Credete davvero che ogni volta che si vocifere di una nuova leggina atta a "regolamentare" internet dietro le quinte ci sia solo una manica di incompetenti? Io non la penso così: nel 2010 vedremo nuovi assalti con nuovi tentativi di regolamentare internet, la superficie farà sembrare questi tentativi come goffi ma in realtà alle spalle ci sarà gente estremamente competente che tenterà a tutti i costi di difendere posizioni di forza attuali: case di produzioni di film e musica che si sentono minacciate dal peer to peer; istituzioni che inorridiscono osservando la facilità e la velocità con cui commenti circolano online; quotidiani, radio e televisioni che ogni giorno perdono audience e inserzionisti, a favore di mezzi di comunicazione alternativi.
Useranno sempre la tattica delle diversione: verrà presentata una proposta di legge orrenda, con qualche cosa di inattuabile, tecnicamente e democraticamente (tanto per fare un esempio l'abolizione dell'anonimato sul web). Il corpo centrale verrà rimaneggiato e alla fine eliminato lasciando passare qualche "corollario" che è invece il vero obiettivo del legislatore. Tanto per fare un esempio la pena per chi diffonde una canzonetta con il peer to peer sarà identica a quella prevista per la detenzione di armi da guerra.
Come dite? è già così? Opsss
Buon 2010!