Un nuovo modo di lavorare In evidenza
- Scritto da Redazione
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Tra le eredità che ci lascerà questo virus ci sarà anche un modo di lavorare... che non è affatto nuovo, possiamo chiamarlo "smart" o usare qualche altra definizione, l'importante è saperne trarre la giusta lezione.
In questi giorni di Corona Virus si fa tanto parlare di Smart Working... come se fosse una novità. L'idea di lavorare da casa non è affatto nuova, da quando esistono i computer e soprattutto da quando internet ha trovato grande diffusioni in molti hanno pensato che era inutile andare in ufficio per fare cose che si potrebbero fare benissimo da casa, dal proprio pc.
I benefici c'erano anche prima: tanto tempo risparmiato, traffico, mezzi pubblici e spostamenti inutili in meno eppure non erano in molti a lavorare da casa. C'erano e ci sono ancora delle controindicazioni, sia per il lavoratore sia per il datore di lavoro ma anche in questo caso il maledetto virus ha costretto tutti a guardare le cose sotto un nuovo punto di vista ed ha impresso un'accelerazione imprevista a un processo che era già in corso.
Proviamo ad esaminare meglio i punti della questione, eliminando le ipocrisie, proviamo a sviscerare pro e contro di questa nuova modalità di lavoro ma rassegnamoci al fatto che resterà, tanto vale provare a cogliere al volo l'occasione. Come abbiamo già detto anche questa, come ogni crisi, è un momento di cambiamento: chi saprà giovare dei lati positivi crescerà, sia dal punto di vista umano sia da quello del business.
Cominciamo con un po' di definizioni: cosa significa smart working?
Nell'era post corona virus con questo termine si intende la possibilità di lavorare da casa, una possibilità che non è possibili per tutti i tipi di lavoro e per tutti i lavori ma per molti, moltissimi sì, è possibile.
In linea di massima la possibilità di lavorare da casa esiste per tutti quei lavori in cui si usa quasi esclusivamente un computer e un telefono, la contabilità è l'esempio più eclatante ma il concetto è applicabile a moltissime tipologie di lavoro e di lavoratori. La produzione di software ad esempio, che scrive in un certo senso applica lo smart working da parecchi anni.
Il secondo requisito è che il lavoratore abbia a casa una connessione internet decente e una linea telefonica. Sulla seconda abbiamo pochissimi dubbi ma sul concetto di "decente" invece abbiamo alcune perplessità. Da anni chi si occupa di economia digitale lamenta il fatto che l'Italia è rimasta indietro per la qualità delle connessione internet. Sembrava una guerra tra informatici e scettici, i primi volevano vedere film e giocare al computer ad altra velocità, gli altri scuotevano il capo e non accettavano l'idea di investire denaro in connessioni internet stabili e veloci. Cari scettici: volevate sapere a cosa può servire una connessione internet stabile e veloce oltre che per giocare e divertirsi? Eccovi la risposta.
Il terzo requisito è che il datore di lavoro possa mettere a disposizione un software o una serie di strumenti adatti per lavorare da casa. Una VPN, un software per le videochiamate, in alcuni casi anche un computer. Non sono requisiti impossibili da ottenere e infatti c'è chi lo fa da anni. L'esempio sorprendente è la pubblica amministrazione che con il software Diaspro da un decennio ha creato la possibilità di lavorare in smart working. Niente di impossibile insomma.
Vantaggi e svantaggi
Nei confronti dello smart working in passato c'è stata grande diffidenza, soprattutto da parte dei datori di lavoro. Molti erano scettici, dubitavano della possibilità di controllare, dirigere i lavoratori stando in remoto e probabilmente non avevano completa fiducia nella serietà dei loro dipendenti. Per dirla in altre parole: alcuni temevano che stando a casa i lavoratori sarebbero stati meno produttivi (e stiamo ancora usando un eufemismo).
Dato che vogliamo evitare le ipocrisie diciamo subito che c'è un fondamento in alcuni dei dubbi dei datori di lavoro ma anche da parte dei lavoratori ci sono alcune perplessità e non tutte sono ingiustificate. Alcuni lavoratori ad esempio potrebbero subire un amento dei costi delle bollette energetiche, stando a casa si consuma più elettricità e si usano di più il riscaldamento e i condizionatori d'aria. Inoltre alcuni trovano che dovrebbe essere il datore di lavoro a farsi carico di tutti gli strumenti necessari per lavorare da casa, compresi i costi della connessione internet, del computer e degli eventuali accessori.
Il corona virus non ha cambiato le cosa, ha imposto un'accelerazione, come dicevamo. Volenti o nolenti moltissimi sono stati costretti a lavorare da casa in quanto era l'unico modo possibile nel periodi di lockdown, ora che questo è finito cosa cambierà?
Noi crediamo che non tutto tornerà come prima e che alcuni di questi cambiamenti saranno migliorativi. Crediamo che lo smart wroking resterà, probabilmente in modo parziale. Andremo ancora in ufficio ma forse non tutti i giorni della settimana, impareremo ad ottimizzare gli spai in casa e a essere produttivi anche nell'ambiente domestico. Impareremo a ottimizzare i tempi e i costi, impareremo a ottimizzare le risorse. Il risultato finale che saremo tutti un po' più liberi e che avremo un po' di tempo in più.