Ammortamento industriale (contabile)
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Procedimento contabile mediante il quale si rileva a bilancio, in termini di costo, il consumo, il deprezzamento e la svalutazione di una immobilizzazione per effetto dell’usura, della obsolescenza e della inadeguatezza.
Nel conto economico si rileva il costo d’esercizio, nello stato patrimoniale la diminuzione di valore della immobilizzazione.
Le immobilizzazioni possono essere materiali (attività tangibili) o immateriali (attività intangibili).
L’obsolescenza è dovuta al progresso della tecnica che rende inutilizzabile una immobilizzazione, ancora funzionante (ma obsoleta e quindi da rimpiazzare).
L’inadeguatezza ha luogo quando un’impresa cambia i programmi produttivi orientandosi alla fabbricazione di nuovi prodotti, il cui allestimento richiede l’utilizzo di nuovi impianti e/o di nuovi macchinari.
Le vecchie immobilizzazioni, se non possono essere trasferite ad altre produzioni, non potendo più essere adattate al nuovo contesto produttivo, diventano automaticamente inadeguate rispetto al medesimo e quindi inutilizzabili.
L’ammortamento è quindi il procedimento contabile di ripartizione di un costo pluriennale fra più esercizi. I costi, infatti, sono sostenuti per l’acquisto di beni destinati a durare nel tempo e ad avere una utilità che si protrae in più esercizi, per cui è contabilmente corretto imputare una quota-parte del costo sostenuto per il loro acquisto a ciascun esercizio sul quale si riverbera la loro utilità.
Tale quota annuale prende il nome di ammortamento. Le quote annuali possono essere costanti oppure decrescenti, in quanto devono tener conto del possibile utilizzo futuro.
I prezzi di listino mettono in evidenza un forte deprezzamento nei primi anni di vita, in quanto, negli anni successivi, tendono ad aumentare i costi di manutenzione e riparazione atti a ripristinare la funzionalità originaria.
In base alla normativa vigente è attualmente ammesso e consentito il procedimento a quote costanti, anche se sono fiscalmente previsti ammortamenti più elevati nei primi anni (ammortamento anticipato). Per la legge fiscale occorre rispettare le aliquote fissate periodicamente con decreto.
Nel conto economico si rileva il costo d’esercizio, nello stato patrimoniale la diminuzione di valore della immobilizzazione.
Le immobilizzazioni possono essere materiali (attività tangibili) o immateriali (attività intangibili).
L’obsolescenza è dovuta al progresso della tecnica che rende inutilizzabile una immobilizzazione, ancora funzionante (ma obsoleta e quindi da rimpiazzare).
L’inadeguatezza ha luogo quando un’impresa cambia i programmi produttivi orientandosi alla fabbricazione di nuovi prodotti, il cui allestimento richiede l’utilizzo di nuovi impianti e/o di nuovi macchinari.
Le vecchie immobilizzazioni, se non possono essere trasferite ad altre produzioni, non potendo più essere adattate al nuovo contesto produttivo, diventano automaticamente inadeguate rispetto al medesimo e quindi inutilizzabili.
L’ammortamento è quindi il procedimento contabile di ripartizione di un costo pluriennale fra più esercizi. I costi, infatti, sono sostenuti per l’acquisto di beni destinati a durare nel tempo e ad avere una utilità che si protrae in più esercizi, per cui è contabilmente corretto imputare una quota-parte del costo sostenuto per il loro acquisto a ciascun esercizio sul quale si riverbera la loro utilità.
Tale quota annuale prende il nome di ammortamento. Le quote annuali possono essere costanti oppure decrescenti, in quanto devono tener conto del possibile utilizzo futuro.
I prezzi di listino mettono in evidenza un forte deprezzamento nei primi anni di vita, in quanto, negli anni successivi, tendono ad aumentare i costi di manutenzione e riparazione atti a ripristinare la funzionalità originaria.
In base alla normativa vigente è attualmente ammesso e consentito il procedimento a quote costanti, anche se sono fiscalmente previsti ammortamenti più elevati nei primi anni (ammortamento anticipato). Per la legge fiscale occorre rispettare le aliquote fissate periodicamente con decreto.
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