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Società sempre più evolute cullano menti distratte, occhi attenti, scrutano orizzonti già dipinti da altri, cantati da altri ancora e…vedono, vedono ma non credono…tutti quegl’occhi in asse tra loro, espressioni di coraggio, stupore, rammarico, emozioni distorte, come frequenze abilmente campionate, parole scritte bene, apostrofi azzeccati troncano sentimenti aggrappati al cielo, un cielo scuro, carico di nuvole, odore di ozono già sostituisce profumi melensi, intensi, laddove glicini e mimose sottolineavano amori in corso amori stagionati stagioni non finite perché non consumate, là si celano i migliori…i migliori non sono quelli più bravi a correre, no, i migliori non sono i migliori e basta, loro, loro non lo sanno di essere migliori perché soli, perché isolati nel loro coraggioso folle momento, isolati da un mondo immobile che non gira più intorno allo stesso loro sole, un mondo che cade e si rialza e non cura ferite laceranti, non medica e non guarisce, non vuole guarire…i migliori stanno là, sotto ai rumori assordanti di una sporca e inutile città, nascosti tra i passi frenetici e maleodoranti meandri di stupide gabbie, i migliori non sanno di essere migliori, non vogliono esserlo, per questo già si alzano, camminano stanchi e scorgono la follia che avvolge la nebbia, la individuano chiaramente, la tagliano e la mettono in un panino di rimpianti, colmandolo di gusti amari, ripensando a quel momento in cui una mano, un cervello impazzito, hanno dato loro quella nuova scomoda collocazione, forse meno innaturale del previsto visto che ora loro, i migliori, sono nudi, sono fieri, sono acuti, ma, soprattutto, sono sensibili, sono consci di quanto amore corre nelle metropolitane di sentimenti sbiaditi, quanto difficile sia afferrarlo, trasformarlo in un puro momento di felicità, in una carriera opportunista, in un perfetto cliché da rispettare, in un futuro senza rimpianti, senza dolori, in un futuro che volava tanto basso da non credere di poterlo afferrare, una gioia breve, sottile, profumo inebriante mal colto…I migliori sanno che la serenità si è accanita un giorno con loro, li ha obbligati ad essere dettaglio sconclusionato di un disegno fatto a mano, bel disegno, non fosse per l’abile ricalco che loro, i migliori, rifiutano, loro, caduti nella trappola della debolezza umana, loro, sono agli angoli di una società che premia chi si arrende e mette ko chi lotta senza forze, chi lotta per un’idea, al punto di ucciderla quell’idea, insieme alla miglior consapevolezza di essere anche loro parte di quel disegno e la loro fierezza compensa la noiosa critica che altri animi meno lacerati non fanno che infondere nell’aria stanca di un gelido via vai, ora che il metro passa e lascia una scia di vento quell’aria sgradevole risolleva gli animi stanchi ma decisi, decisi a passare un’altra notte a cinque stelle nell’albergo delle anime salve…
Savona, 2 giugno 2003
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