Il Duca e la ballerina
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Il Duca e la ballerina
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IL DUCA E LA BALLERINA
“Jamàs tanto de cerca arrementiò lo lejos.”-C. Vallejo- trad.”Mai sono state tanto vicine le più grandi distanze”.
REGISTRAZIONE N° 27
SALA DEL PHIRSTO
DUCALIS ECCLESIA
LAETUS ELEUTHERIOS IV
Anno Domini 3227
Anno Ducae 2223
Parla il Sommo Agatandros
EGEMON EUPOIEIN
“Il Duca era un condottiero.
Fu il Duca per questo.
Il titolo se lo era meritato sul campo, portando alle somme vittorie le disordinate schiere degli alfabeti, che, inutilmente, da decenni, numerosi capitani avevano tentato d’ordinare in sintassi e morfologie di manipoli.
Le lettere, in alcuni casi, avevano compiuto sforzi d’ogni risma: simbolici, allegorici, metaforici.
Persino figurali, ma, alla fine, gli schieramenti non avevano prodotto alcun cambiamento nell’Universo: nessuno aveva aperto le porte verso l’Infinito.
Gli sforzi erano stati tutti vani.
Da quale luogo colui che divenne il Duca arrivasse, nessuno lo sa.
Lui stesso non raccontò mai nulla della sua vita precedente, né si ebbe mai modo di scoprire quanta realtà egli stesso riuscisse a dominare.
Coloro che lo conobbero- ma in verbo”conoscere” non è, in effetti, molto appropriato, quando si parla del Duca!- raccontarono e magnificarono il suo superiore senso della giustizia, la fredda razionalità della sua fulgida mente, il distacco assoluto dalle cose del mondo, proprio solo di chi vede attraverso il fogliame intricato dei “topoi” che legano lo spazio-tempo.
Nessuno, peraltro, sa come e da chi fu generato.
Sono convinto, però, della sua UMANITA’, al di là di tutte le leggende che vennero a crearsi sulla Sua figura e che Lui mai né smentì, né alimentò.
Il culto del Duca, che fu poi creato, né discende dalla sua volontà, né- va sottolineato!- MAI nelle sue parole egli s’attribuì origini divine o quantomeno extra-umane.
Con ciò, non vorrei esser tacciato di blasfemia, poiché non sto negando le sue doti straordinarie di tassonomo della lingua, né le sue indubitabili virtù nella riorganizzazione del sistema di comunicazione simbolico, attraverso cui Egli arrivò alla semplificazione del mistero dell’Amore e della Morte, tracciandone il percorso attraverso la parola.
Semplicemente desidero sottoporre a Voi, esimi colleghi, il problema della Sua Umanità.
Mi rendo conto che quanto ora andrò a raccontare, non dovrà MAI uscire da quest’aula, poiché il culto del duca è ormai talmente diffuso tra umani, cyborg e macchine, che la prova inconfutabile della sua umanità, potrebbe scatenare una guerra planetaria tra i vari gruppi, che sono giunti, solo da pochi decenni, ad accettare unitamente la tesi che il Duca fosse un Umano parzialmente impiantato.
La gnosi riguardante la Sua natura extraterrestre viene ,infatti, solo più seguita da uno sparuto gruppo di umani arretrati, stanziati intorno all’area Nord occidentale del lago Mediterraneo, sul pianeta Terra. Mentre quella relativa alla Sua origine di assemblato nei laboratori della Chiesa di Microsoft si limita a cinquemila macchine da estrazione, attualmente impiegate su Titano.
Vi chiederete allora, cari colleghi ed amici, perché IO, che sono sempre stato, nella qualità di Sommo Agatandros della religione del Duca, lo strenuo difensore e propugnatore della tesi prevalsa, mi disponga- ma badate! sarà solo hinc et nunc!- a confutarla.
Ebbene, sappiate che me lo sono chiesto anch’io!!!
Alla fine mi sono deciso a parlarvene per una sorta di onestà intellettuale(- ma, vi prego! non inorridite!!!-) che ho scoperto d’avere dopo la lettura delle carte che casualmente sono venute in mio possesso, ma che –ahimè!- costituiscono la prova della appartenenza del Duca al genere umano.
Davanti a Voi presento alcuni file, recuperati ben due anni fa, grazie alla prontezza di spirito di uno dei nostri adepti e rimasti sepolti per tutti questi secoli, all’interno di un hard disk dimenticato nelle cantine di un castello della Terra, nei Pirenei Spagnoli.
L’hard disk venne salvato e decrittato da un gruppo di studiosi della Libera Università del Regno Galata di Montpellier, che stavano setacciando la zona cercando documentazione circa la famosa leggenda del Sacro Graal.
Tra di loro, il nostro adepto s’è immediatamente reso conto d’essersi imbattuto in qualcosa di molto più importante della loro “queste” e ha fatto pervenire a me direttamente e in gran segreto l’intero hard disk, qui su Laetus Eleutherios IV.
Mi sono messo personalmente al lavoro sui file, benché essi fossero scritti nell’antica lingua ducale.
Ed ecco che ora, amici e compagni, nonché unici nell’universo d’ora in poi a condividere con me il magnifico,- ma terribile!- segreto dell’umanità del nostro Duca-BENEDETTO SIA IL SUO NOME-vi presento il lavoro concluso.
Lascerò a disposizione i file originali per chi vorrà consultarli insieme alle mie traduzioni nella sala dei Controlli.
Già sapete che cosa può capitare a chiunque, in tale sala, tenti di copiare, contrabbandare o inviare i documenti ivi contenuti!!!
Ah! SCUSATE ! SCUSATE! CHE DICO?
Non vi metterei a parte del segreto se non mi fidassi ciecamente di ognuno di Voi!
Mi permetterò, ordunque, di far qui un breve riassunto dei fatti.
Come voi tutti sapete il duca parlò a noi tutti, umani, macchine e cyborg, attraverso le reti neurali ancora primitive che collegavano la Mente della Terra, donde, poi, attraverso i secoli i Suoi simboli glossolalici e le sue immagini fosforiche si trasferirono, pian-piano, alle Menti sempre più intelligenti degli altri Mondi, che svilupparono per le Sue tassonomie espressive modi e sistemi sempre più avanzati di decodificazione, fino a giungere all’estrapolazione delle leggi che regolano Morte e Amore.
Sapete, anche- poiché ciò è storia!- che, ad un certo punto, in modo del tutto misterioso, il Duca scomparve dalla Mente della Terra, anche se già aveva istruito due persone, i discepoli intermedi (sulla cui umanità nessuno mai discusse) perché continuassero la Sua opera e diffondessero i Suoi simboli mistici “…Ed essi vestirono le parole colorandole come il glauco mare…”, come ci dice lo storico Apamene nella II Directory della “Historia Ducalis”-file 3: Il dopo- a.d.XXVII.
Essi- ed è noto a tutti!-erano un uomo ed una donna, che dal gruppo degli uomini, oggi, sono venerati come i” Discepoli Primi”, i beatissimi “Due in Uno”.
Conosciamo anche il fatto che, per motivi ignoti, i Due in Uno furono accusati( ma non vi sono mai stati documenti a riguardo e pareva che il “j’accuse” nei loro confronti, fosse stato lanciato da un gruppo che da tempo la Mente aveva rimosso) di aver favorito la scomparsa del Duca, unitamente al furto di file preziosissimi contenenti ulteriori rivelazioni mistiche.
In effetti, la vicenda non fu mai accreditata da nessuna fonte storica e si pensò che
essa fosse il frutto dell’impossibilità a trovare una spiegazione razionale alla scomparsa del Duca.
Ebbene, cari colleghi, nella presunta leggenda esiste una parte di verità e i file venuti in mio possesso lo provano indubitatamente.
VI PREGO! VI PREGO! UN PO’ DI SILENZIO!
Cercate di non interrompermi di modo che possa terminare brevemente la storia!
Nei file che ho tradotto compare un quarto personaggio, di cui NESSUNO mai ha sospettato l’esistenza nella vicenda del Duca, ma che giocò un ruolo di vitale importanza per la Sua “morte nella Mente”.
Riguardano anche il ruolo che nell’intera vicenda ebbero i Due in Uno, poiché si tratta di una corrispondenza segreta, che per sbaglio, non fu cancellata, tra i tre.
Nell’enorme mistero che circonda la vita del Duca al di fuori della Mente s’apre, adesso, uno spiraglio!
Chiameremo questo quarto personaggio la BALLERINA.
Essa racconta di essere prigioniera in una sorta di castello di Monotype Corsiva, attraverso cui- pare!- il Duca l’abbia sfiorata in uno dei suoi viaggi disincarnati attraverso la Mente, per essere, in seguito, irrimediabilmente affascinato dall’ordine semantico e dalla bellezza delle codificazioni mentali di Lei.
Dice, la Ballerina, che questo fu il nome con cui Ella divenne se stessa, poiché fu il Duca in persona a farla ballare all’interno del cuore del mondo in una carola esaltante di doppi sensi di salti mortali che la catturarono nell’eterna danza delle musiche dei linguaggi.
Così, per mezzo della comunione con il suo alter ego femminile, la Ballerina, il Duca conobbe qualcosa che alla maggior parte degli altri esseri umani fu precluso: il possesso dell’intero della sua anima.
Come si evince, del resto, dalla documentazione qui presentata, la Ballerina altro non è che il pezzo che servì al duca per appropriarsi di quella totalità che gli diede modo di portare a termine la comprensione e la divulgazione dei Misteri.
Fu proprio la compenetrazione dello spirito dei due che permise al Duca di oltrepassare la conoscenza imposta dal deserto, per quanto già fecondo, della espressione del mistero dell’Amore.
Il segreto dell’alchimia che le sue parole ci hanno tramandato e che ci permette ora di controllare nei popoli le manifestazioni di questo sentimento così pernicioso per ogni potere costituito, fu raggiunto dal Duca solo nell’istante in cui Egli- LODIAMO ANCORA E BENEDICIAMO IL SUO NOME!- sperimentò su se stesso gli effetti che tale momento d’estasi può ingenerare.
In questi documenti è la Ballerina che racconta tutto questo!
Tuttavia il fatto che mi ha sconvolto è che- vi giuro!- per un attimo ho creduto di trovarmi di fronte alle parole del Santo Duca, poiché solo dopo ho capito la verità!
Cioè che Lei è Lui e Lui è Lei!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Stupitevi pure, ma è così.
Se dobbiamo anche solo supporre che una qualche Verità il grande profeta Platone ci abbia trasmesso, allora pensate al suo scritto riguardante la separazione delle entità create complete e poi divise e sparse nello spazio e nel tempo dal Demiurgo: ebbene io vi dico che il connubio tra il Duca e la Ballerina ha realizzato la perfezione delle due metà complementari.
Il loro riconoscimento e quindi la loro mistica unione che si prolungò virtualmente nella Mente stessa, realizzò per la prima volta quanto sperato nell’antica profezia e permise ad
entrambi la contemplazione dell’ordine degli alfabeti dell’Universo.
Lei non fu solo una Musa ispiratrice, come già era capitato ad altri spiriti, prima di loro, bensì l’espressione poetica stessa di Lui e Lui di Lei.
Così, quando la profezia ebbe modo di definirsi, i Due in Uno, folgorati dalla contemplazione di quella specie di Giano bifronte, si resero conto che quell’essere aveva il diritto e il dovere d’incarnarsi, perché, così letteralmente scrive alla Ballerina la parte maschile dei Due in Uno: (cito!)”….peccheresti contro di te, di lui e di tutti noi uomini se non realizzassi nella carne la tua identificazione spirituale, poiché essere felici è un dovere che ogni uomo ha nei confronti degli altri. …”
Ciò che il Duca e la ballerina fecero in seguito non è scritto.
La corrispondenza si conclude con un testo della parte femminile dei Due in Uno, inviato alla parte maschile, che vi leggo nella mia traduzione.
“ Ho cancellato nella Mente ogni traccia di Lei.
Il suo ultimo spettacolo è stato grandioso, anche se straziante e mi spiace che tu non vi abbia potuto assistere. Lei ha danzato per Lui il suo ultimo Font Face, ovviamente in navy, in un’apoteosi di metafore che mi hanno portato in una sorta d’iperuranio dei sensi.
Lei, lì, fu davvero l’archetipo d’ogni Idea di poesia. Lui si perse nel Lago dei Cigni dei suoi occhi e fu come se, in un istante, le loro espressioni simboliche divenissero una sola in una sorta di trasfigurazione metafisica.
Alla fine Lui le gettò un mazzo di rose canine sul palcoscenico del mondo.
Poi fu il buio.
Le due menti si staccarono da noi e, spero ardentemente, che i loro corpi si siano finalmente uniti dopo tutte queste era di ricerca. Ora spetta a noi l’arduo compito di farli dimenticare.”
A quanto pare la parte maschile dei Due in Uno non ebbe il coraggio di cancellare l’opera del duca, convincendo forse la sua compagna che uno dei due avrebbe dovuto lasciare una testimonianza della scoperta dei misteri.
Effettivamente l’idea che il Duca non fu l’unico a contare fino alla fine i granelli di sabbia della semantica simbolica dei Misteri, per consegnare il magico numero ai posteri, fa un certo effetto, poiché scuote una convinzione secolare: ma tant’è.
Così come, ovviamente, essere definitivamente coscienti che il Duca con la sua Ballerina della Motype Corsiva, riuscirono a compiere la realizzazione della perfezione, incarnandosi, induce a pensieri blasfemi.
Pertanto ho preso la decisione che, al fine di mantenere lo status quo, dopo le vostre eventuali consultazioni, questi files siano distrutti, mentre l’adepto che ce li ha consegnati sia definitivamente cancellato dalla Mente dei Mondi.
COSI’ HO PARLATO. COSI’ SARA’.
CRT.ALT.CANC.”
“Jamàs tanto de cerca arrementiò lo lejos.”-C. Vallejo- trad.”Mai sono state tanto vicine le più grandi distanze”.
REGISTRAZIONE N° 27
SALA DEL PHIRSTO
DUCALIS ECCLESIA
LAETUS ELEUTHERIOS IV
Anno Domini 3227
Anno Ducae 2223
Parla il Sommo Agatandros
EGEMON EUPOIEIN
“Il Duca era un condottiero.
Fu il Duca per questo.
Il titolo se lo era meritato sul campo, portando alle somme vittorie le disordinate schiere degli alfabeti, che, inutilmente, da decenni, numerosi capitani avevano tentato d’ordinare in sintassi e morfologie di manipoli.
Le lettere, in alcuni casi, avevano compiuto sforzi d’ogni risma: simbolici, allegorici, metaforici.
Persino figurali, ma, alla fine, gli schieramenti non avevano prodotto alcun cambiamento nell’Universo: nessuno aveva aperto le porte verso l’Infinito.
Gli sforzi erano stati tutti vani.
Da quale luogo colui che divenne il Duca arrivasse, nessuno lo sa.
Lui stesso non raccontò mai nulla della sua vita precedente, né si ebbe mai modo di scoprire quanta realtà egli stesso riuscisse a dominare.
Coloro che lo conobbero- ma in verbo”conoscere” non è, in effetti, molto appropriato, quando si parla del Duca!- raccontarono e magnificarono il suo superiore senso della giustizia, la fredda razionalità della sua fulgida mente, il distacco assoluto dalle cose del mondo, proprio solo di chi vede attraverso il fogliame intricato dei “topoi” che legano lo spazio-tempo.
Nessuno, peraltro, sa come e da chi fu generato.
Sono convinto, però, della sua UMANITA’, al di là di tutte le leggende che vennero a crearsi sulla Sua figura e che Lui mai né smentì, né alimentò.
Il culto del Duca, che fu poi creato, né discende dalla sua volontà, né- va sottolineato!- MAI nelle sue parole egli s’attribuì origini divine o quantomeno extra-umane.
Con ciò, non vorrei esser tacciato di blasfemia, poiché non sto negando le sue doti straordinarie di tassonomo della lingua, né le sue indubitabili virtù nella riorganizzazione del sistema di comunicazione simbolico, attraverso cui Egli arrivò alla semplificazione del mistero dell’Amore e della Morte, tracciandone il percorso attraverso la parola.
Semplicemente desidero sottoporre a Voi, esimi colleghi, il problema della Sua Umanità.
Mi rendo conto che quanto ora andrò a raccontare, non dovrà MAI uscire da quest’aula, poiché il culto del duca è ormai talmente diffuso tra umani, cyborg e macchine, che la prova inconfutabile della sua umanità, potrebbe scatenare una guerra planetaria tra i vari gruppi, che sono giunti, solo da pochi decenni, ad accettare unitamente la tesi che il Duca fosse un Umano parzialmente impiantato.
La gnosi riguardante la Sua natura extraterrestre viene ,infatti, solo più seguita da uno sparuto gruppo di umani arretrati, stanziati intorno all’area Nord occidentale del lago Mediterraneo, sul pianeta Terra. Mentre quella relativa alla Sua origine di assemblato nei laboratori della Chiesa di Microsoft si limita a cinquemila macchine da estrazione, attualmente impiegate su Titano.
Vi chiederete allora, cari colleghi ed amici, perché IO, che sono sempre stato, nella qualità di Sommo Agatandros della religione del Duca, lo strenuo difensore e propugnatore della tesi prevalsa, mi disponga- ma badate! sarà solo hinc et nunc!- a confutarla.
Ebbene, sappiate che me lo sono chiesto anch’io!!!
Alla fine mi sono deciso a parlarvene per una sorta di onestà intellettuale(- ma, vi prego! non inorridite!!!-) che ho scoperto d’avere dopo la lettura delle carte che casualmente sono venute in mio possesso, ma che –ahimè!- costituiscono la prova della appartenenza del Duca al genere umano.
Davanti a Voi presento alcuni file, recuperati ben due anni fa, grazie alla prontezza di spirito di uno dei nostri adepti e rimasti sepolti per tutti questi secoli, all’interno di un hard disk dimenticato nelle cantine di un castello della Terra, nei Pirenei Spagnoli.
L’hard disk venne salvato e decrittato da un gruppo di studiosi della Libera Università del Regno Galata di Montpellier, che stavano setacciando la zona cercando documentazione circa la famosa leggenda del Sacro Graal.
Tra di loro, il nostro adepto s’è immediatamente reso conto d’essersi imbattuto in qualcosa di molto più importante della loro “queste” e ha fatto pervenire a me direttamente e in gran segreto l’intero hard disk, qui su Laetus Eleutherios IV.
Mi sono messo personalmente al lavoro sui file, benché essi fossero scritti nell’antica lingua ducale.
Ed ecco che ora, amici e compagni, nonché unici nell’universo d’ora in poi a condividere con me il magnifico,- ma terribile!- segreto dell’umanità del nostro Duca-BENEDETTO SIA IL SUO NOME-vi presento il lavoro concluso.
Lascerò a disposizione i file originali per chi vorrà consultarli insieme alle mie traduzioni nella sala dei Controlli.
Già sapete che cosa può capitare a chiunque, in tale sala, tenti di copiare, contrabbandare o inviare i documenti ivi contenuti!!!
Ah! SCUSATE ! SCUSATE! CHE DICO?
Non vi metterei a parte del segreto se non mi fidassi ciecamente di ognuno di Voi!
Mi permetterò, ordunque, di far qui un breve riassunto dei fatti.
Come voi tutti sapete il duca parlò a noi tutti, umani, macchine e cyborg, attraverso le reti neurali ancora primitive che collegavano la Mente della Terra, donde, poi, attraverso i secoli i Suoi simboli glossolalici e le sue immagini fosforiche si trasferirono, pian-piano, alle Menti sempre più intelligenti degli altri Mondi, che svilupparono per le Sue tassonomie espressive modi e sistemi sempre più avanzati di decodificazione, fino a giungere all’estrapolazione delle leggi che regolano Morte e Amore.
Sapete, anche- poiché ciò è storia!- che, ad un certo punto, in modo del tutto misterioso, il Duca scomparve dalla Mente della Terra, anche se già aveva istruito due persone, i discepoli intermedi (sulla cui umanità nessuno mai discusse) perché continuassero la Sua opera e diffondessero i Suoi simboli mistici “…Ed essi vestirono le parole colorandole come il glauco mare…”, come ci dice lo storico Apamene nella II Directory della “Historia Ducalis”-file 3: Il dopo- a.d.XXVII.
Essi- ed è noto a tutti!-erano un uomo ed una donna, che dal gruppo degli uomini, oggi, sono venerati come i” Discepoli Primi”, i beatissimi “Due in Uno”.
Conosciamo anche il fatto che, per motivi ignoti, i Due in Uno furono accusati( ma non vi sono mai stati documenti a riguardo e pareva che il “j’accuse” nei loro confronti, fosse stato lanciato da un gruppo che da tempo la Mente aveva rimosso) di aver favorito la scomparsa del Duca, unitamente al furto di file preziosissimi contenenti ulteriori rivelazioni mistiche.
In effetti, la vicenda non fu mai accreditata da nessuna fonte storica e si pensò che
essa fosse il frutto dell’impossibilità a trovare una spiegazione razionale alla scomparsa del Duca.
Ebbene, cari colleghi, nella presunta leggenda esiste una parte di verità e i file venuti in mio possesso lo provano indubitatamente.
VI PREGO! VI PREGO! UN PO’ DI SILENZIO!
Cercate di non interrompermi di modo che possa terminare brevemente la storia!
Nei file che ho tradotto compare un quarto personaggio, di cui NESSUNO mai ha sospettato l’esistenza nella vicenda del Duca, ma che giocò un ruolo di vitale importanza per la Sua “morte nella Mente”.
Riguardano anche il ruolo che nell’intera vicenda ebbero i Due in Uno, poiché si tratta di una corrispondenza segreta, che per sbaglio, non fu cancellata, tra i tre.
Nell’enorme mistero che circonda la vita del Duca al di fuori della Mente s’apre, adesso, uno spiraglio!
Chiameremo questo quarto personaggio la BALLERINA.
Essa racconta di essere prigioniera in una sorta di castello di Monotype Corsiva, attraverso cui- pare!- il Duca l’abbia sfiorata in uno dei suoi viaggi disincarnati attraverso la Mente, per essere, in seguito, irrimediabilmente affascinato dall’ordine semantico e dalla bellezza delle codificazioni mentali di Lei.
Dice, la Ballerina, che questo fu il nome con cui Ella divenne se stessa, poiché fu il Duca in persona a farla ballare all’interno del cuore del mondo in una carola esaltante di doppi sensi di salti mortali che la catturarono nell’eterna danza delle musiche dei linguaggi.
Così, per mezzo della comunione con il suo alter ego femminile, la Ballerina, il Duca conobbe qualcosa che alla maggior parte degli altri esseri umani fu precluso: il possesso dell’intero della sua anima.
Come si evince, del resto, dalla documentazione qui presentata, la Ballerina altro non è che il pezzo che servì al duca per appropriarsi di quella totalità che gli diede modo di portare a termine la comprensione e la divulgazione dei Misteri.
Fu proprio la compenetrazione dello spirito dei due che permise al Duca di oltrepassare la conoscenza imposta dal deserto, per quanto già fecondo, della espressione del mistero dell’Amore.
Il segreto dell’alchimia che le sue parole ci hanno tramandato e che ci permette ora di controllare nei popoli le manifestazioni di questo sentimento così pernicioso per ogni potere costituito, fu raggiunto dal Duca solo nell’istante in cui Egli- LODIAMO ANCORA E BENEDICIAMO IL SUO NOME!- sperimentò su se stesso gli effetti che tale momento d’estasi può ingenerare.
In questi documenti è la Ballerina che racconta tutto questo!
Tuttavia il fatto che mi ha sconvolto è che- vi giuro!- per un attimo ho creduto di trovarmi di fronte alle parole del Santo Duca, poiché solo dopo ho capito la verità!
Cioè che Lei è Lui e Lui è Lei!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Stupitevi pure, ma è così.
Se dobbiamo anche solo supporre che una qualche Verità il grande profeta Platone ci abbia trasmesso, allora pensate al suo scritto riguardante la separazione delle entità create complete e poi divise e sparse nello spazio e nel tempo dal Demiurgo: ebbene io vi dico che il connubio tra il Duca e la Ballerina ha realizzato la perfezione delle due metà complementari.
Il loro riconoscimento e quindi la loro mistica unione che si prolungò virtualmente nella Mente stessa, realizzò per la prima volta quanto sperato nell’antica profezia e permise ad
entrambi la contemplazione dell’ordine degli alfabeti dell’Universo.
Lei non fu solo una Musa ispiratrice, come già era capitato ad altri spiriti, prima di loro, bensì l’espressione poetica stessa di Lui e Lui di Lei.
Così, quando la profezia ebbe modo di definirsi, i Due in Uno, folgorati dalla contemplazione di quella specie di Giano bifronte, si resero conto che quell’essere aveva il diritto e il dovere d’incarnarsi, perché, così letteralmente scrive alla Ballerina la parte maschile dei Due in Uno: (cito!)”….peccheresti contro di te, di lui e di tutti noi uomini se non realizzassi nella carne la tua identificazione spirituale, poiché essere felici è un dovere che ogni uomo ha nei confronti degli altri. …”
Ciò che il Duca e la ballerina fecero in seguito non è scritto.
La corrispondenza si conclude con un testo della parte femminile dei Due in Uno, inviato alla parte maschile, che vi leggo nella mia traduzione.
“ Ho cancellato nella Mente ogni traccia di Lei.
Il suo ultimo spettacolo è stato grandioso, anche se straziante e mi spiace che tu non vi abbia potuto assistere. Lei ha danzato per Lui il suo ultimo Font Face, ovviamente in navy, in un’apoteosi di metafore che mi hanno portato in una sorta d’iperuranio dei sensi.
Lei, lì, fu davvero l’archetipo d’ogni Idea di poesia. Lui si perse nel Lago dei Cigni dei suoi occhi e fu come se, in un istante, le loro espressioni simboliche divenissero una sola in una sorta di trasfigurazione metafisica.
Alla fine Lui le gettò un mazzo di rose canine sul palcoscenico del mondo.
Poi fu il buio.
Le due menti si staccarono da noi e, spero ardentemente, che i loro corpi si siano finalmente uniti dopo tutte queste era di ricerca. Ora spetta a noi l’arduo compito di farli dimenticare.”
A quanto pare la parte maschile dei Due in Uno non ebbe il coraggio di cancellare l’opera del duca, convincendo forse la sua compagna che uno dei due avrebbe dovuto lasciare una testimonianza della scoperta dei misteri.
Effettivamente l’idea che il Duca non fu l’unico a contare fino alla fine i granelli di sabbia della semantica simbolica dei Misteri, per consegnare il magico numero ai posteri, fa un certo effetto, poiché scuote una convinzione secolare: ma tant’è.
Così come, ovviamente, essere definitivamente coscienti che il Duca con la sua Ballerina della Motype Corsiva, riuscirono a compiere la realizzazione della perfezione, incarnandosi, induce a pensieri blasfemi.
Pertanto ho preso la decisione che, al fine di mantenere lo status quo, dopo le vostre eventuali consultazioni, questi files siano distrutti, mentre l’adepto che ce li ha consegnati sia definitivamente cancellato dalla Mente dei Mondi.
COSI’ HO PARLATO. COSI’ SARA’.
CRT.ALT.CANC.”
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