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Redazione

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Controllo statistico della qualità

E’ un controllo sulla produzione nell’aspetto tecnico processuale. Viene attuato in sede di certificazione o di autocertificazione della qualità; viene condotto su prodotti, lotti e processi con il metodo statistico. L‘uso di campioni per determinare l’accettabilità di una partita di merci, prodotti, materie è ricorrente. Si basa sulla valutazione di una qualche caratteristica qualitativa di ciascun elemento del campione sulla base della distribuzione della qualità all’interno dell’intera partita esaminata con il criterio statistico. Il controllo statistico della qualità rappresenta qualsiasi metodo basato sulla statistica in unione ad altre discipline, mediante il quale è possibile controllare la qualità e l’affidabilità delle materie prime (esame di primo livello) ed eseguire un controllo tecnico delle attività produttive allo scopo di garantire che la qualità del prodotto finito sia all’altezza di determinati standard prestabiliti (esame di secondo livello). Esiste una notevole varietà di metodi usati a tale scopo.

Controllo produttivo

Verifica interattiva a scopo di miglioramento di un prodotto o di un processo al fine di mettere in luce i divari costruttivi rispetto agli standard di riferimento. Vengono attentamente osservate le modalità, le caratteristiche produttive, nonché i tempi di esecuzione. Si tratta di un controllo che vuole evitare la manifestazione di costi di non conformità lesivi dell’immagine aziendale e deprimenti la redditività.

Controllo preliminare di processo

Fase di controllo che inizia già in sede di programmazione e di preparazione del lavoro da eseguire (definizione delle sequenze operative e dei tempi di lavoro, nonché delle comunicazioni necessarie sul piano operativo). Questo controllo vuole evitare che una procedura di lavoro venga eseguita su presupposti non del tutto razionali e non coerenti con i risultati prefissati.

Controllo di qualità

Ogni tipo di controllo (qualunque sia l’ambientazione produttiva, contabile, organizzativa, etc.) può essere condotto a tre livelli: uno antecedente (in via preliminare), uno concomitante e uno susseguente (a posteriori).
Il controllo “ex-ante” sul piano della qualità si affida alla pianificazione della produzione mediante le seguenti attività: routing (o ciclo di assegnazione), scheduling (schedulazione), dispatching (disposizione di esecuzione), follow-up (azione supplementare di proseguimento).
Gli MPS (programmi guida della produzione) stabiliscono che cosa va prodotto, in che quantità, quando e da parte di chi. Gli MRP pianificano il fabbisogno dei materiali circa la loro disponibilità, quando e dove occorrano (le materie prime, le parti, i componenti e tutte le altre forniture attinenti i servizi). Gli MRP II sono rivolti a pianificare le risorse di produzione nella loro globalità e ad integrare le informazioni ricevute da tutte le unità operative in merito a tutti i fattori produttivi coinvolti (materiali, lavoro, impianti). La schedulazione just in time consente di ridurre i costi di stoccaggio (entro certi limiti). Il controllo concomitante si realizza con i circoli della qualità, i programmi “zero difetti” e il controllo statistico della qualità. Quest’ultimo è un’analisi sistematica su un campione di materiali o di prodotti allo scopo di rendere trasparenti i divari tra gli standard prefissati e i risultati ottenuti. Il controllo concomitante intende operare delle rettifiche in tempo utile a lavori in corso. Le stesse procedure condotte ex-post a consuntivo consentono rettifiche su operazioni processuali successive. Ex-post il controllo di qualità può essere condotto dal fornitore-produttore oppure dal compratore per accettazione, nonché da un ente indipendente per la soluzione di controversie.

Controllo di processo

Per garantire il regolare svolgimento di un certo processo con risultati in conformità allo scopo occorre svolgere un insieme di attività per le quali sono fondamentali i seguenti dati e strumenti: le sorgenti di disturbo (eccessiva temperatura o eccessiva umidità), le variabili essenziali, il regolatore. Si può anche intendere per controllo di processo quel complesso di metodologie che, con l’ausilio di elaboratori, permette di controllare in tutto o in parte il funzionamento integrato o meno di impianti e macchine utensili (v. automazione).

Conto lavoro (in conto lavorazione)

Un’impresa committente affida la lavorazione di un componente ad una impresa esterna; in questo caso il fornitore non cede una materia prima ma partecipa allo sviluppo della trasformazione produttiva allestendo una parte componente o un servizio. Ad esempio un mobiliere che affida una parte del mobile per l’intarsio, o tutto il mobile per la lucidatura.

Container

Sono ampi cassoni mobili, con misure standard. Sono contenitori che permettono di facilitare il trasporto in quanto possono essere trasportati via strada, via cielo, via ferrovia e via mare in un collegamento intermodale facilitato dalle infrastrutture (vicinanza tra porto, interporto, aeroporto, ferrovia, autostrada). Le casse mobili fungono da cisterne, da silos, da box e pertanto, data la polivalenza del loro utilizzo, conferiscono al trasporto maggior flessibilità e un contributo di efficienza e flessibilità. Questi recipienti a dimensione standardizzata garantiscono robustezza, leggerezza e mobilità, nonché specifiche caratteristiche (container refrigeranti, ventilati, isotermici).

Contabilità direzionale

Tramite computer si può realizzare una contabilità integrata. I dati di registrazione dei cicli (attivo e passivo) vengono utilizzati da diverse procedure contemporaneamente: fatturazione, registrazione a magazzino, registrazione in contabilità, etc..

Contabilità dei cicli attivo e passivo

E’ la contabilità sezionale che fornisce dati essenziali sia alla contabilità generale per la valutazione delle scorte sia alla contabilità industriale. Per valorizzare i costi di acquisto (di merci, materiali, componenti) e per il calcolo del costo del prodotto. Prima di essere un obbligo fiscale la CDM è un’esigenza gestionale e giuridica (art. 2214 c.c.). Il magazzino rappresenta il volano (effetto disgiungente) far acquisti e lancio in produzione (magazzino materie prime), tra le varie fasi della lavorazione (magazzino semilavorati e prodotti in corso di lavorazione), fra produzione e vendita (magazzino prodotti). LA CDM risponde a diverse esigenze informative:

  • commerciali: assicurare la disponibilità dei prodotti per la vendita e gestire le scorte in modo ottimale(con calcoli ad hoc)
  • tecnologiche: garantire l’approvvigionamento ordinato delle materie
  • economiche: ridurre i costi, programmando anche in cooperazione con partner, razionalmente gli acquisti
  • amministrative: consentire il controllo del magazzino e la compilazione degli inventari
  • finanziarie: evitare l’accumulo delle scorte e ridurre perciò l’immobilizzo finanziario
  • fiscale: consentire il controllo da parte dell’autorità fiscale

Le conseguenze dannose della mancata tenuta della CDM sono:

  • rottura degli stocks, fermate produttive, mancata evasione ordini, rischi di furto
  • deperimento, invecchiamento e obsolescenza di materie e prodotti
  • scarsa rotazione delle scorte con immobilizzo finanziario
  • elevati costi del mantenimento delle scorte

Gli strumenti della CDM considerati tipici sono:

  • effettuazione di inventari permanenti o intermittenti periodici (frequenti)
  • introduzione di metodi di previsione razionali (determinazione dei fabbisogni e dei tempi di ordinazione, etc.)
  • mutamento in senso cooperativo delle modalità dei contatti con i fornitori (comakership)
  • impiego di tecniche matematiche per la gestione delle scorte

Quando la scheda di magazzino è a quantità fisiche e a valori si pone il problema della valorizzazione degli scarichi (LIFO, FIFO, etc.).
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