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Redazione

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Circoli della qualità

Secondo la definizione fornita dal manuale ufficiale del Juse (japanese union of scientists and engineers), il circolo di qualità è un piccolo gruppo che svolge volontariamente (e non in modo subordinato) attività di controllo qualità nella propria unità organizzativa aziendale. Questo piccolo gruppo porta avanti con continuità, nell’ambito della qualità totale di cui fa parte, l’autosviluppo, lo sviluppo della cooperazione in gruppo, il controllo e il miglioramento del reparto, utilizzando le tecniche di controllo qualità. Il numero delle persone in un circolo varia da 4 a 10. I partecipanti si riuniscono in media due volte al mese.
Il significato profondo dei circoli di qualità può essere riassunto nei seguenti punti:
  1. la necessità di un nuovo ruolo per il personale operativo
  2. le profonde esigenze di unione del personale operativo
  3. la crescita dei capi intermedi con la gestione dei circoli
  4. il ruolo dei circoli nella cura del dettaglio ai fini dell’eccellenza

Cinque W+H (oppure Cinque W+1H)

Strumento di analisi logica utilizzato nelle tecniche di miglioramento della qualità con lo scopo di assicurare all’analisi di un problema o di un argomento di discussione una visione completa su tutti i suoi aspetti fondamentali: who (chi), what (che cosa), where (dove), when (quando), why (perché), how (come).

Cinque esse (“S”)

Metafora giapponese per una campagna di sensibilizzazione rivolta ad ottenere determinati comportamenti da una organizzazione. Si tratta di un insieme di attività finalizzate a sensibilizzare il personale di base a migliorare il proprio lavoro quotidiano. La metafora racchiude cinque principi-guida e prende il nome da cinque parole giapponesi: Semiri (o Seiri) che significa classificare; Seiton equivalente di ordinare; Seiso equivalente di pulire; Seitretsu equivalente di informare; Shitsutre equivalente di rispettare (le procedure).
La campagna promozionale condotta all’interno dell’impresa è indirizzata al reparto produttivo e viene promossa attraverso la gestione a vista e l’esposizione di cartelloni nei reparti e negli uffici.

CIM (computer integrated manufacturing)

Letteralmente significa fabbricazione-lavorazione computerizzata e integrata.
Con il CIM si vuole pervenire ad una maggiore integrazione rispetto ai binomi CAD-CAI, CAD-CAM, etc., mediante una integrazione più estesa dei dati informativi. Sul piano della integrazione delle attività e tra le attività, dopo i fallimenti dei modelli CIM nati alla fine degli anni ’70, gli studioso dell’IT (information technology) stanno ripensando l’architettura dell’integrazione informatica operando a quattro livelli conoscitivi:

  • articolazione dei flussi informativi
  • scelta dei media informativi
  • natura dei flussi informativi
  • criteri di progettazione dei flussi informativi

L’integrazione che si vuole operare è anche con il mondo amministrativo e contabile.
Le varie applicazioni (CAD-CAE, CAD-CAM, etc.) sono state pensate inizialmente come tasselli dell’approccio CIM. Allo stato attuale è una filosofia, o poco più di essa, che vuole realizzare l’integrazione con una visione globale coerente. I tentativi CIM sono orientati all’integrazione informatica del processo produttivo attraverso un’architettura ricollegante tra di loro tutti i livelli di automazione della fabbrica partendo dalla progettazione, attraversando l’organizzazione e lo sviluppo del prodotto e implementando le attività amministrative connesse con la gestione operativa. (v. CAD).

CIF (cost, insurance, freight)

Clausola con la quale nella vendita via mare le parti stabiliscono delle modalità di ripartizione del rischio delle merci in viaggio. In particolare il fornitore comprende nel prezzo della merce il costo della medesima, il nolo e l’assicurazione. Il contratto di noleggio e di assicurazione vengono così stipulati dal venditore a favore del compratore. L’assicurazione prevista solitamente copre il costo della merce, il nolo e un 10% in più a compenso del mancato utile conseguente il danno.

Ciclo passivo (ciclo dell’acquisto)

E’ un arco temporale (da controllare nei tempi e nelle modalità esecutive) comprendente tutte le attività inerenti all’acquisto di materie, merci, componenti e servizi collaterali. Il ciclo dell’acquisto parte dalla determinazione del livello della scorta di sicurezza, del livello di riordino e del lotto economico di acquisto fino al ritiro dei beni che ci vengono spediti ed alla verifica che i beni ricevuti corrispondano a quelli ordinati. Il ciclo comprende anche tutto l’aspetto tecnico-contabile dei documenti che ruotano attorno ad un acquisto

Ciclo di lavoro

Sequenza di tutte le operazioni necessarie per la fabbricazione e il montaggio che comprende due cicli: il ciclo di lavorazione e il ciclo di montaggio. La considerazione dei cicli è utile per poter effettuare confronti temporali. La lavorazione riguarda un componente, un prodotto, un processo, una commessa o un lotto di produzione.

Ciclo dell’ordine

Arco temporale incluso nel ciclo attivo (della vendita). Sul piano operativo intercorre tra la trasmissione di un ordine effettuato da un’azienda-cliente ad una azienda-fornitrice e la consegna dei beni. I problemi che nascono nel corso di questo ciclo sono ricollegabili alla gestione delle scorte con la tecnica del just in time, secondo la quale il livello dei magazzini principali e intermedi è la misura dell’inefficienza (eventuale) dell’azienda. La tendenza è quella di avere scorte quasi azzerate a causa degli evidenti vantaggi economici e finanziari. Questa tecnica richiede una collaborazione tra le aziende-clienti e le aziende-fornitori. Il ciclo dell’ordine si snoda in quattro fasi successive: trasmissione dell’ordine, conferma dell’ordine, gestione dell’ordine, esecuzione dell’ordine.
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