Mutazione
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Mutazione - Maggio 1992
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Quando sono andato dal dottor Aleyvarov speravo che riuscisse a darmi una buona cura. Il rossore che avevo alle mani era apparso tre giorni prima ed ora iniziava a preoccuparmi un po’.
Purtroppo il medico mi aveva liquidato con una pacca sulle spalle, una pomata ed un “non si preoccupi, passerà”. Ma certo, tanto non era lui ad avere le mani piene di piccole pellicine semi staccate! Ogni volta che le osservavo mi sembravano sempre più malconce.
Il giorno dopo il tempo era diventato brutto. La pioggia che cadeva incessante sbatteva contro i vetri per poi scivolare giù in lenti rivoli grigiastri.
Stavo fermo davanti alla finestra osservando le macchine che andavano su e giù per la via nella quale abitavo. Le mani erano peggiorate, ma la cosa che più mi preoccupava era che il rossore si era sparso su tutto il corpo come una macchia di petrolio in mare. Inoltre avevo notato che le unghie della mano sinistra avevano iniziato anche loro a deteriorarsi, anzi quella dell’anulare si era addirittura staccata ed al suo posto ora vi era una specie di incavo di un colore poco più scuro della pelle. Avevo alzato la mano sinistra all’altezza del viso e avevo notato una cosa che mi aveva inorridito n maniera incredibile: un lembo di carne sulla parte laterale del palmo rimaneva attaccato al resto della mano solo per un sottilissimo strato di pelle. A quel punto le lacrime si impadronirono di me ed uscirono copiose ad offuscarmi la vista, rendendo ogni cosa distorta.
I giorni passavano e con loro se ne stava andando la mia vita. Non osavo neanche più uscire di casa visto che ormai anche il viso era nelle medesime condizioni. E si sa, la faccia non la puoi nascondere nelle tasche. Avevo provato a chiamare il medico, ma non lo avevo trovato. L’infermiera mi disse che erano tre giorni che non si presentava allo studio e che non sapeva dove fosse. Aveva perfino provato a telefonare a casa sua , ma non aveva risposto nessuno.
Certo che è cambiata moltissimo la mia cittadina in questi ultimi giorni.
A volte ripenso all’Italia e al fatto che non avrei mai voluto trasferirmi in questo paese. Più volte sono andato in Piemonte, la regione dei mie genitori e ho trovato Torino fantastica. Non riesco a comprendere le persone che la definiscono una città uggiosa e piena di smog. D’accordo, magari non avrà il fascino di Parigi o di New York, ma a me piace così.
Ormai è passato qualche giorno. Quasi tutto il mio corpo appare privo di pelle. Non oso neppure guardarmi allo specchio. Fatico addirittura a scrivere queste righe che tengo mo’ di diario, ogni tanto, poiché sembra quasi che non abbia più le mani.
Ho scoperto che il dottor Aleyvarov è morto, come tanti altri di questi tempi. Per questo non ha risposto al telefono, l’altro giorno
Come mi sembra di aver scritto qualche giorno fa, la mia cittadina sta cambiando molto.
Più o meno da due giovedì fa, il giorno in cui c’è stata l’esplosione.
Da allora Chernobyl non è più la stessa.
Purtroppo il medico mi aveva liquidato con una pacca sulle spalle, una pomata ed un “non si preoccupi, passerà”. Ma certo, tanto non era lui ad avere le mani piene di piccole pellicine semi staccate! Ogni volta che le osservavo mi sembravano sempre più malconce.
Il giorno dopo il tempo era diventato brutto. La pioggia che cadeva incessante sbatteva contro i vetri per poi scivolare giù in lenti rivoli grigiastri.
Stavo fermo davanti alla finestra osservando le macchine che andavano su e giù per la via nella quale abitavo. Le mani erano peggiorate, ma la cosa che più mi preoccupava era che il rossore si era sparso su tutto il corpo come una macchia di petrolio in mare. Inoltre avevo notato che le unghie della mano sinistra avevano iniziato anche loro a deteriorarsi, anzi quella dell’anulare si era addirittura staccata ed al suo posto ora vi era una specie di incavo di un colore poco più scuro della pelle. Avevo alzato la mano sinistra all’altezza del viso e avevo notato una cosa che mi aveva inorridito n maniera incredibile: un lembo di carne sulla parte laterale del palmo rimaneva attaccato al resto della mano solo per un sottilissimo strato di pelle. A quel punto le lacrime si impadronirono di me ed uscirono copiose ad offuscarmi la vista, rendendo ogni cosa distorta.
I giorni passavano e con loro se ne stava andando la mia vita. Non osavo neanche più uscire di casa visto che ormai anche il viso era nelle medesime condizioni. E si sa, la faccia non la puoi nascondere nelle tasche. Avevo provato a chiamare il medico, ma non lo avevo trovato. L’infermiera mi disse che erano tre giorni che non si presentava allo studio e che non sapeva dove fosse. Aveva perfino provato a telefonare a casa sua , ma non aveva risposto nessuno.
Certo che è cambiata moltissimo la mia cittadina in questi ultimi giorni.
A volte ripenso all’Italia e al fatto che non avrei mai voluto trasferirmi in questo paese. Più volte sono andato in Piemonte, la regione dei mie genitori e ho trovato Torino fantastica. Non riesco a comprendere le persone che la definiscono una città uggiosa e piena di smog. D’accordo, magari non avrà il fascino di Parigi o di New York, ma a me piace così.
Ormai è passato qualche giorno. Quasi tutto il mio corpo appare privo di pelle. Non oso neppure guardarmi allo specchio. Fatico addirittura a scrivere queste righe che tengo mo’ di diario, ogni tanto, poiché sembra quasi che non abbia più le mani.
Ho scoperto che il dottor Aleyvarov è morto, come tanti altri di questi tempi. Per questo non ha risposto al telefono, l’altro giorno
Come mi sembra di aver scritto qualche giorno fa, la mia cittadina sta cambiando molto.
Più o meno da due giovedì fa, il giorno in cui c’è stata l’esplosione.
Da allora Chernobyl non è più la stessa.
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