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Redazione

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Outsourcing

Sul piano letterale il significato è “fonte di approvvigionamento esterno”. E’ un processo di trasferimento all’esterno (esternalizzazione) di attività non ritenute fondamentali. Si tratta di affidare a terze imprese (terzisti) alcune attività dell’integrazione verticale, che la crescente specializzazione impone di delegare all’esterno.
E’ una sostanziale partnership tra cliente e fornitore.

Orientamento al cliente

L’impresa nell’approccio al mercato ha seguito vari tipi di orientamento nel corso del tempo:

  • orientamento alla produzione (in quanto la domanda era sempre superiore all’offerta)
  • orientamento al mercato (in quanto la domanda è diventata inferiore all’offerta)
  • orientamento al cliente (in quanto la domanda è diventata sempre più esigente)

Quest’ultima fase di marketing è quella che stiamo vivendo. Essa è caratterizzata dal fatto che il cliente si è molto evoluto e può essere conquistato attraverso nuovi atteggiamenti e comportamenti da parte dell’impresa (il cliente viene posto al centro di ogni attenzione). La nuova risposta dell’impresa agli stimoli e agli impulsi che provengono dalla clientela, con segnali sia diretti che indiretti, si basa su una maggior conoscenza del cliente sul piano della “personalità”, allo scopo di allestire:

  • servizi personalizzati
  • prodotti personalizzati

Per questi motivi la produzione in serie diretta ad una domanda uniforme si è trasformata in una produzione più articolata e più attenta alle evolutive esigenze della clientela.

Ordine

L’ordine redatto dal compratore costituisce un impegno formale e vincolante per chi l’ha emesso. Esso differisce dal contratto perché rappresenta la volontà di una sola delle parti (il compratore).
Il venditore esprimerà la sua adesione al contratto mediante una lettera di conferma inviata successivamente al compratore. L’ordinazione equivale ad una proposta di contratto. Proposta più accettazione (lettera di conferma) perfezionano un contratto di compravendita.
La gestione degli ordini è una delle fasi del ciclo dell’ordine. L’azienda venditrice, dopo aver controllato l’esattezza dell’ordine ricevuto dal cliente, deve svolgere i seguenti passaggi:

  • verificare la capienza del fido commerciale concesso
  • controllare la disponibilità di magazzino
  • definire le modalità di consegna
  • confermare l’ordine al cliente
  • allestire il controllo qualità a favore del cliente
  • dare esecuzione all’ordine

Omologazione della qualità

Atto formale da parte di un Ente garante della qualità, con il quale si dichiara e si certifica che una struttura, un processo, un prodotto o un servizio è stato sottoposto alle necessarie verifiche di conformità ed è risultato esattamente corrispondente a tutte le specifiche previste.

Obsolescenza

Processo di svalutazione, deprezzamento e consumo di un bene (fattore produttivo) per effetto di varie circostanze: progresso tecnico, vetustà, inadeguatezza. Il rischio di obsolescenza esiste per i beni strumentali e per tutti i beni di magazzino.

Nicchia di mercato

E’ un piccolo segmento di mercato , inteso come gruppo di acquirenti che presentano caratteristiche comuni. Si tratta in particolare di segmenti di mercato non occupati né occupabili dalle grandi imprese (poca flessibilità e mancanza di convenienza economica). Nella mappa del mercato si determinano degli spazi (in genere “piccoli”) che le piccole e medie aziende ricercano assiduamente allo scopo di occuparli. Su tali segmenti esse concentrano i loro sforzi mediante l’estrema differenziazione del prodotto.

MRP rigenerativo e MRP a variazioni nette

L’MRP rigenerativo è un sistema MRP che prevede di ricalcolare tutte le variazioni (inventari, scorte, ordini, etc.) in occasione di ciascuna rielaborazione di programma. Esso comporta algoritmi tanto più elaborati quanto più complessa è la distinta base ed elevato il numero dei prodotti gestiti.
L’MRP a variazioni nette è un sistema che prevede di ricalcolare solo i prodotti che sono stati oggetto di modifiche rispetto all’ultima elaborazione, riducendo e comprimendo i tempi di elaborazione.

MRP I (materials requirements planning) e MRP II (manufacturing resources planning)

L’MRP è nato come MRP I (materials requirements planning) attorno agli anni sessanta. Allora era considerato un metodo di esplosione dei fabbisogni di materiali vari. La distinta base, che rappresenta il legame tra i materiali e il prodotto, attraverso l’MRP permetteva di calcolare il numero di componenti necessari per realizzare una certa quantità di prodotto finito. Negli anni settanta ci si rese conto che lo strumento si poteva evolvere per diventare capace di gestire le priorità e i tempi di produzione. Si pervenne a formulare in quegli anni la teoria della schedulazione (theory of scheduling) che rappresenta ancora oggi un punto di riferimento costante nel campo della gestione della produzione. Il sistema MRP I è lo strumento che permette di tenere sotto controllo produzione, fornitori, terzisti, allo scopo di consentire una lineare gestione dei materiali; inoltre sviluppa un piano di produzione allo scopo di assicurare la disponibilità dei materiali, dei componenti e dei semilavorati per rispettare assetto, processo e risultato del piano di produzione (fino alle consegne). Negli anni ottanta si è sviluppato l’MRP II: dall’inglese “manufacturing resources planning” per stigmatizzare che la pianificazione non riguarda solo i materiali (organizzazione produttiva degli approvvigionamenti), ma tutte le risorse che si trovano lungo il corso di tutto il processo produttivo. Pertanto l’MRP II è diventato uno strumento di di decision-making globale per qualsiasi azienda di produzione.
Mentre l’MRP I è un metodo “push”, in quanto spinge la produzione da monte a valle, l’MRP II può essere considerato (come il kanban) un metodo “pull”, trainante la produzione da valle a monte. Ad esempio esistono due reparti (1 e 2) che costituiscono due fasi successive di produzione. Se l’iniziativa viene presa dal reparto 1 e il reparto 2 la subisce, si ha un metodo push, viceversa se l’iniziativa viene presa dal reparto 2 e il reparto 1 la subisce si ha un metodo pull. L’esempio più classico di metodo pull si ha nel kanban, ove un banale cartellino invertito sui contenitori, mediante spostamento da quello pieno a quello vuoto, sostituisce l’ordine di acquisto o di produzione, in quanto accompagna sempre il contenitore vuoto (da riempire di pezzi). Il codice del contenitore vuoto costituisce un ordine di acquisto di materie e/o componenti, oppure un ordine di produzione impartito ad un reparto a monte da parte di un reparto situato a valle del medesimo.
L’MRP ingloba in sé, oltre alla funzione di gestione dei materiali, la schedulazione e la gestione produttiva e/o distributiva.
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